Scuola calcio: intervista a Marco Lanatà, tecnico dei 2010

  • 18 Marzo 2022
  • News

A tu per tu con il tecnico di uno dei gruppi Esordienti 2010, Marco Lanatà. 

 

Primo anno di Esordienti, quali sono le differenze rispetto ai pulcini?

“Il passaggio da Pulcini ad Esordienti da parte dei nostri ragazzi non è stato sentito più di tanto, sia per le loro qualità, sia perché stiamo raccogliendo i frutti del lavoro che abbiamo iniziato lo scorso anno. Un lavoro finalizzato alla loro crescita e alla loro formazione, con l’obiettivo di formare dei ragazzi che siano intelligenti, pensanti, che possano tranquillamente sbagliare. Siamo dell’idea che dobbiamo formarli a 360 gradi, dandogli dei principi che loro mettano in pratica indipendentemente da dove si trovano e con chi si trovano.”

 

Quali sono gli esercizi che i ragazzi apprezzano di più in allenamento?

“Quelli in cui possono essere sé stessi. Dove possono essere liberi di confrontarsi, di sperimentare, di provare, di sbagliare, di riprovare e risbagliare ancora, senza nessun vincolo e senza nessuna limitazione da parte di nessuno. È chiaro che questi esercizi sono sempre finalizzati a qualcosa, però comunque sia l’importante è che loro siano liberi di provare e fare da soli.”

 

Quali sono gli aspetti più importanti da curare in questa fascia d’età?

“Sicuramente alla base di tutto ci deve essere il benessere del ragazzo, quindi avere la voglia, il piacere e l’entusiasmo di fare le cose. Se quello viene a mancare, di conseguenza non ci può essere né divertimento, né apprendimento. Certo stiamo parlando di scuola calcio, ma credo che questo discorso possa essere applicato anche a tante altre esperienze che fanno i ragazzi nella vita.”

 

Quanto è importante per i ragazzi divertirsi in questa fascia d’età?

“Alla base di tutto deve esserci sempre un principio ludico, perché come ho detto prima se non c’è passione ed entusiasmo viene meno qualsiasi altra cosa. Quindi tutti gli esercizi, tutti i temi che andiamo a toccare, devono sempre essere finalizzati al divertimento, perché stiamo parlando di ragazzi di 11-12 anni, quindi non si può solo pretendere da loro, ma è giusto anche dargli qualcosa.”

 

Quanto è importante l’affiatamento tra i ragazzi in questo sport?

“Questo è un argomento su cui noi insistiamo molto, perché i ragazzi devono stare bene  tra di loro, devono stare bene con noi e in generale in questo ambiente che si chiama Savio. Quindi è giusto che loro siano messi nelle migliori condizioni possibili per poter fare il meglio. Il nostro è un gruppo molto affiatato, nel quale qualsiasi compagno sta bene con l’altro, senza nessun tipo di distinzione. È un bel gruppo da questo punto di vista.”

 

Come ti trovi al Savio? Lo consiglieresti?

“Sono arrivato l’anno scorso, questo è il secondo anno e mi sto trovando benissimo. È un ambiente molto formativo, di crescita,, importante. Un posto dove si sta bene, si è liberi di esprimersi senza problematiche. Speriamo di crescere insieme di pari passo, sia io col Savio che il Savio con  me.”

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